Mal comune, mezza estate
Nell‘isteria nazionale - più che comprensibile - per la bella stagione, agli svedesi bisogna riconoscere un certo coraggio. Mentre in Italia ci vergogneremmo di abbandonarci a certe dimostrazioni folcloristiche, per Mezza Estate l’uomo svedese si abbandona alle canzonette, ai balletti, alle filastrocche più sceme immaginabili. È uno spettacolo ricco di tenerezza e, a tratti, di imbarazzo.
Ma non si può far altro che ammirarli, davvero. Abbandonare il ritegno e lasciarsi andare così, una resa incondizionata. Ce ne vuole di fegato. Tre generazioni di esseri umani ridanciani, a ballare e cantare, celebrare il bel tempo. Cosa festeggi? Il sole. Se non è qualcosa da festeggiare, il sole. Beato chi può darlo per scontato. A noi, sembrano dire, va bene così. Poi torniamo seri seri. Ma ora, sembrano dire, lasciateci ballare. E ridere. E cantare.
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