bel paese

e pensare che c’è stato un periodo in cui questo paese mi faceva ridere. ma ridere nel senso buono, mi metteva di buon umore, certi giorni, avere avuto delle orride ventiquattr’ore e infine dirmi “ma sai che c’è, comunque è un paese fantastico” o qualcosa di simile, perché comunque qualcosa accadeva, che arrivasse da una persona o meno, un tramonto magari, un raggio di sole su una panchina, tipo.

anche la politica. ora, forse ridere è troppo, ma comunque riconosco che tanta mia indignazione per le uscite ignoranti di un ministro cinquestelle, ad esempio, mi facevano sorridere, mi rincuoravano sul fatto che un paese che elegge un ciula simile non può essere un paese cattivo.

ben altra cosa è quanto un paese possa essere ciula per eleggere una persona tanto cattiva. ecco, non avevo mai considerato la malafede, per molti aspetti. mi viene il dubbio invece, ogni giorno che passa, guardandomi intorno con maggiore attenzione, che ci sia della malafede. che in molti sposino pensieri e modi di questo governo perché ne sposano in parte anche la cattiveria. ed era una prospettiva che davvero non avevo mai considerato.

da un paio di mesi sono molto più irascibile per strada, nei negozi, al bar, sempre sul chivalà, sempre pronto ad attaccar briga, sempre pronto a difendermi da scenari che, il più delle volte, non si propongono. una delle scene più ricorrenti frutto delle mie proiezioni riguarda lo scontrino: vedendomelo negare - o, in alternativa, vedendomi negata la possibilità di pagare con la carta anziché coi contanti - pianto giù un casino che la metà basta e finisce quando a male parole, quando alle mani.

c’è qualcosa che è cambiato radicalmente nel mio modo di approcciarmi al paese e ai miei concittadini, da settembre a oggi; una diffidenza profonda, frutto di un tradimento, di una cocente delusione. roba che non ricordo di aver provato nemmeno al liceo per storie di ragazze. e soprattutto non mi fa più ridere. non mi fa più ridere niente. vedo soltanto il dramma. e la disumanità. e la malafede. ovunque, la malafede.

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fragile 01 - matteo