arte, risse e 1.500 amanti

forse non dovrei più stupirmi io, ma riesce ancora a sbalordirmi il livello che il giornalismo italiano è in grado di raggiungere. 

intervista su repubblica a sgarbi per i suoi 70 anni. che poi, a me non sembra una notizia, soprattutto, proprio all’indomani dell’ennesima pagliacciata televisiva di cui questa squallida figura si è resa protagonista, tra i consueti insulti e le volgari sceneggiate nei bassifondi della televisione italiana. pazienza, a repubblica piace questo giornalismo scomodo. 

pagina 21, titolo: “sgarbi, i miei 70 anni vissuti contromano, arte, risse e 1.500 amanti”, firma: concetto vecchio (non vorrei tirarla, ma il nome mi pare emblematico). arte e risse, tanto per cominciare, come a voler dare un sentore di bohème, di figura maledetta, rispolverando un immaginario vecchio di cent’anni. poi quel numero, 1.500, un retaggio ancora più stantio e astruso, la medaglia al petto che corona la biografia controversa, purtroppo null’altro che una medaglia maschilista appuntata al petto di un narciso. e siamo ancora soltanto al titolo. 

la magia invece arriva quasi subito, quando concetto domanda a sgarbi il momento in cui questi abbia scoperto della propria malattia. risponde candidamente il critico: “durante il lockdown, mentre facevo fondo ad asiago.” buio, sipario. senza vergogna, soltanto in italia un deputato della repubblica potrebbe ammettere che, mentre il paese era rinchiuso in casa, lui si trovava a sciare in montagna. e la notizia non si limita a scivolare via, tra le righe di questo giornalismo anglosassone di cui concetto vecchio è certamente un autore di spicco, ma viene anche ripresa nel catenaccio. a sfregio.

ancora, una volta di troppo, attenzioni gratuite e sciocche dedicate a uno dei protagonisti indiscussi del declino culturale del nostro paese dagli anni ’90 ad oggi. un’ulteriore occasione sprecata per lasciare la sciagura nell’ombra. grazie, concetto vecchio. 

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